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Le prime elezioni del nuovo mondo

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Luigi Di Maio commenta i risultati delle elezioni politiche

Forse ancor più di quelle del 1994, che sancirono l'esordio del bipolarismo e della cosiddetta Seconda Repubblica, queste elezioni politiche del 4 marzo 2018 segnano l'inizio di un nuovo mondo politico. Non esistono più i partiti della Prima Repubblica ma anche i due poli della Seconda ne escono a brandelli. Il centrosinistra si presentava diviso già in campagna elettorale e il Pd, sotto il 20 per cento, sarà chiamato inevitabilmente a un ripensamento se non a una rifondazione. Il centrodestra aveva trovato una non facile convergenza e risulta la coalizione più votata, ma il sorpasso, al suo interno, della Lega su Forza Italia configura il tramonto del berlusconismo, cioè del cardine su sui il centrodestra stesso si era retto in questo quarto di secolo. Ma soprattutto c'è l'avvento del Movimento Cinque Stelle come prima forza politica del Paese, con percentuali che ricordano quelle della vecchia Dc e anche più, al Sud. M5S che è evidentemente un movimento post-ideologico, il più lontano di tutti dai concetti di destra e sinistra del Novecento.

Del resto, ogni epoca, come insegnavano Rokkan e Lipset, ha le sue fratture sociali (cleavages) da cui nascono le formazioni politiche. In questa nostra epoca, dopo l'avvento di internet, la frattura principale è quella costituita dallo schema globalizzazione/sovranismo. Il M5S e in buona parte la nuova Lega di Salvini incarnano il sentimento, i bisogni, le istanze di chi si sente minacciato dalla globalizzazione, per le insicurezze economiche e sociali che essa produce (perdita di potere di acquisto, perdita del lavoro con la robotizzazione, nuove povertà, presenza di immigrati clandestini e delinquenza a essi riconducibile). Manca ancora, sulla scena, un programma politico che riesca a convincere parti maggioritarie della popolazione delle istanze contrapposte, che sono quelle dell'apertura, dell'europeismo, del terzomondismo.

Matteo Salvini commenta i risultati delle elezioni politiche nella sala stampa della Lega

Siamo in un nuovo mondo politico e siamo all'inizio, per questo il quadro prodotto da queste elezioni poltiiche è frastagliato e senza un polo dominante, incapace di produrre immediatamente una maggioranza di governo in Parlamento, anche per il tipo di legge elettorale spuria (non maggioritaria) che è stata utilizzata.

Troppo difficile ipotizzare, ora, quale potrebbe essere lo scenario per assicurare comunque un governo stabile al Paese. Un'ipotesi è quella del centrodestra allargato a qualche decina di "cani sciolti". Un'altra, quella dell'alleanza fra i due vincitori di questa tornata elettorale, M5S e Lega, ma per ora i leader dei due schieramenti la considerano ipotesi molto residuale se non impossibile.  C'è sempre la possibilità di un "governo del presidente" affidato a una personalità in questo momento fuori dai giochi (Maroni?) o a un tecnico, che provi a raccogliere i voti su un programma di pochi punti, per riportare poi il Paese alle urne nel giro di qualcche mese, un po' come il governo Dini del 1995 o quello Monti del 2012.


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